Lavatoi


Lungo la via alle Fonti che attraversa il centro di Caprezzo vi sono due bei lavatoi (Alcorte e Barborina), fatti costruire nel 1885 dal Cavalier Pietro Verazzi, benefattore, così come riporta una scritta su un riquadro di intonaco su un pilastro del lavatoio Alcorte. I due lavatoi hanno una tettoia con struttura lignea e copertura in piode retta da pilastri e da colonnine in ghisa. Le vasche sono poco profonde sotto il livello del pavimento a causa della scarsa pressione della fonte, con lastre oblique ai lati. Di fianco, un’altra vasca funge da abbeveratoio per le bestie. Si conservano ancora gli inginocchiatoi in legno, usati dalle donne che si inginocchiavano qui per lavare i panni. Un terzo lavatoio, detto Pumèe, è stato fatto per avere un punto di riferimento in più per quella parte di paese, perché i panni bagnati erano pesanti e così chi abitava lì ne aveva uno vicino. Era obbligatorio fare il bucato al lavatoio e non in casa per non consumare troppo l’acqua del serbatoio. Il lunedì era pieno di gente, giorno ottimo per i pettegolezzi, ma negli altri giorni c’era meno gente e l’acqua era più pulita. Al lavatoio Pumèe lavavano la tela, poi la stendevano al sole per sbiancarla. Quando era tela nuova, era un po’ giallina e il sole pian piano la schiariva e la rendeva color avorio. – Graziella Caretti, 2018 –
Along the “Via alle Fonti” that crosses the centre of Caprezzo there are two beautiful wash-tubs (Alcorte and Barborina), built in 1885 by initiative of Cavalier Pietro Verazzi, a benefactor, as an inscription reports on a pillar of the Alcorte wash-tub. The two wash-tubs have a canopy with a wooden structure and a piode (stone slab) covering supported by pillars and small columns made of cast iron. The basins are shallow below the floor level due to the low pressure of the water source, with oblique slabs on the sides. Next to it, another basin is used as a drinking trough for the cattle. The wooden faldstools, used by the women who knelt here to wash their clothes, are still preserved. A third wash-tub, called Pumèe, was built in order to have an additional reference point for that part of the country, because wet clothes were heavy and so those who lived there could have one nearby. It was compulsory to do laundry at the wash-tub and not at home in order to avoid consuming too much water from the tank. On Mondays it was full of people, a good day for gossip, but on the other days there were fewer people and the water was cleaner. At the wash-tub Pumèe they washed the cloth, then they hung it in the sun to whiten it. When the cloth was new, it was a little yellow and the sun slowly faded it and made it ivory. -Graziella Caretti, 2018 –

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