E.R.F.O.


Il nome E.R.F.O. e la storia di questa cappella sono legati ad una leggenda interessante:

Cotesta leggenda trae origine dalla dolorosa storia di una modesta famigliola dimorante in un casolare sperduto sui monti sovrastanti il paese di Quarna Sopra, che viveva in semplicità, la semplicità di chi lavora la terra, fila e tesse le sue vesti, abituata al cielo azzurro, alle montagne e al gregge di pecore che porta al pascolo nelle valli verdeggianti. È un bel mattino di Maggio, il padre è al lavoro nei prati, i fanciulli grandicelli sono al pascolo con le pecore. Una culla con l’ultimo nato è fuori sulla piazzola davanti la porta della casupola: il bimbo piange, ha fame, la mamma entra un momento in cucina a preparare un po’ di latte per il bimbo. È bastato un attimo che dalle cime dei monti sovrastanti un’aquila affamata, addocchiata la preda, si precipitò come un bolide sulla culla e, stretto il bimbo tra gli artigli, rapidamente scomparve nel cielo tra la costernazione dei genitori impotenti a portare soccorso al loro caro, data la rapidità del fatto. Era la notte del plenilunio di Maggio, quando un meraviglioso spettacolo apparve ai montanari della vallata del S. Bernardino: dalle cime delle montagne si iniziò un tremolio di punti luminosi che apparivano e sparivano come stelle mobili. Questi punti divennero sempre più grandi e lucenti, e in un’aria di leggenda e di miracolo, parve che una legione di Angeli fossero discesi dal cielo guidando questi punti luminosi sul pianoro ove giacevano i resti dilaniati del bimbo rapito, contornandoli di un bianchissimo mantello fatato, e con la parola “E nel Ricordo un Fiore Offrite” formata dai bianchi Narcisi meravigliosamente belli, coprì di un soffice manto i resti del bimbo. Alla mattina seguente dai casolari della vallata i montanari accorsero sul posto e restarono meravigliati da tal prodigio, anche gli uccelli con il loro gorgheggio esprimevano l’enorme meraviglia del popolo pennuto. Ora bisogna sapere che in quel tempo i prati erano verdi, ma nessun fiore sbocciava a rompere la monotonia del paesaggio, e chiesero ad alta voce che il prodigio si ripetesse anche per loro. Così il Narciso, questo candido e aiutato fiore, aiutato dalla brezza notturna si propagò per tutta la vallata sino all’altura di Ompio coprendo i prati di un tessuto bianchissimo che anche dopo che la luna fu tramontata rimasero bianchi di un candore lunare. E dal fiore dell’innocenza sbocciato alla nuova poesia del monte, la giovinezza intonò uno dei suoi canti d’amore più soavi. Una modesta cappelletta ricordo, dedicata alla Madonna di E.R.F.O. fu poi costruita dai montanari della valle e il valligiano o l’alpinista transitando da quel pianoro verso i monti sovrastanti non manca di cogliere sul luogo modesto fiore per offrirlo commosso alla memoria. - Tratto da una cartolina storica -
The name E.R.F.O. and the history of this chapel are linked to an interesting legend:

The origin of this legend lies in the painful story of a modest family living in a remote farmhouse lost in the mountains overlooking the village of Quarna Sopra. The family lived in simplicity, the simplicity of those who work the land, spin and weave their clothes, accustomed to the blue sky, to the mountains and to the sheep led to pasture in the green valleys. It was a beautiful morning in May, the father was at work in the countryside, the children were on the grazing land with the sheep. A cradle with the new-born baby was out in front of the door of the hut: the baby was crying, he was hungry, his mother entered the kitchen to prepare a little milk for him. Suddenly, from the top of the mountains, a hungry eagle caught a glimpse of the prey, rushed like a fireball on the cradle and, with the child between the claws, quickly disappeared in the sky with the consternation of the parents, who were unable to bring help to their baby. It was the night of the full moon in May, when a wonderful show appeared to the mountain inhabitants of the valley of S. Bernardino: from the top of the mountains there was a trembling of luminous points that appeared and disappeared as moving stars. These points became bigger and brighter, and in an atmosphere of legend and miracle, it seemed that a legion of Angels had descended from heaven to guide these luminous points on the plateau where the torn remains of the kidnapped child lay, surrounding them with a white cloak, and with the sentence "E nel Ricordo un Fiore Offrite” (and offer a flower in the memory) created by the beautiful white Daffodils, they covered the remains of the baby with a soft mantle. The next morning, from the farmhouses of the valley, the mountain inhabitants rushed to that place: they were amazed by this miracle, even the birds with their trill expressed the wonder of the feathered crowd. In that period the meadows were green, but no flower blossomed to break the monotony of the landscape, and they asked aloud that the miracle could be made for them, too. Therefore, the Daffodil, this white flower, helped by the night breeze, spread throughout the valley up to Alpe Ompio, covering the meadows with a very white fabric that remained white even after the moon had set. And from the blossomed flower of innocence and the new poetry of the mountain, youth sang one of its sweetest love songs. A modest chapel dedicated to the Madonna of E.R.F.O. was built by the mountain inhabitants of the valley and every time the mountaineer, going from that plateau towards the mountains above, picks the modest flower to offer it in memory of that miracle. - Taken from a historical postcard -

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