Una colonna di serizzo, chiamata in dialetto cossognese “
Le pilete”, si erge sulla collina retrostante Inoca, nella località detta “
Crusciue”. È la colonna che identifica il cosiddetto
Cimitero dei lebbrosi. Lì, risalendo il sentiero recintato da mura su entrambi i lati, venivano portati i morti di peste provenienti dalla
Casa dei Banditi (
link) nei periodi in cui era adibita a lazzaretto.
La colonna reca la data del 1788, probabilmente anno in cui fu sconsacrata e laicizzata.
Era stato Bascapé a prescrivere che i lebbrosari fossero recintati e che al centro si ergesse una colonna crociata. I defunti venivano avvolti in un lenzuolo prima di essere sepolti. Si usava una cassa di legno soltanto per il trasporto dal lazzaretto al cimitero. Ogni 10-15 anni i defunti venivano riesumati per lasciare posto a nuovi e le ossa venivano portate all’ossario. Anche in caso di desacralizzazione i morti venivano generalmente riesumati e traslati nell’ossario (notizie desunte da una memoria di Paolo Demaestri).
A granite column, known as “
le Pilete” in the local dialect of Cossogno, stands on the hill behind Inoca, in a place called “
Crusciue”. It is the column that identifies the so-called
Lepers' Cemetery. The plague victims coming from
the House of Bandits were brought there, going up the path fenced by walls on both sides (
link) during the periods in which it was used as a lazaret.
The column shows the year 1788, probably the year in which it was deconsecrated and secularized.
It was Bascapé who ordered that the leper hospitals should be fenced and that a crusader column should be in the centre. The plague victims were wrapped in a sheet before being buried. A wooden case was used only for the transport from the lazaret to the cemetery. Every 10-15 years the dead were exhumed to make room for new ones and the bones were taken to the ossuary. Even in case of desacralization, the dead were generally exhumed and transferred to the ossuary (information from a memory of Paolo Demaestri).